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Fosfato bicalcico
    Categoria:

    Fosfati

Fosfato bicalcico

IGMA spa – Il fosfato bicalcico si ottiene per precipitazione da calcio cloruro e fosfato bisodico in soluzione acquosa; da acido fosforico e latte di calce; da fosforite e acido fosforico.
Il fosfato bicalcico si presenta come polvere bianca microcristallina, stabile all’aria. A 150°C perde l’acqua di cristallizzazione e si trasforma in sale anidro. Inodoro, insaporo; peso spec.: 2,32. Pochissimo solubile in acqua (0,025% a 25°C); solubile in acido cloridrico, nitrico e acetico diluiti.
PRINCIPALI SETTORI DI IMPIEGO DEL FOSFATO BICALCICO:
  • Industria vetraria e degli smalti.
  • Nella preparazione di polveri (lieviti) per fornai.
  • Nella preparazione di polveri o paste dentifricie.
  • In medicina dietetica, nelle terapie calciche e fosforiche. Il fosfato bicalcico viene utilizzato per la prevenzione dell’osteoporosi, previene crampi muscolari, agevola la formazione di ossa e denti mantenendone la corretta densità.
  • Industria dei fertilizzanti (nei c.d. perfosfati). I Cinesi, che hanno sempre saputo per primi molte cose, già duemila anni fà avevano capito che ‘faceva bene’ ai terreni aggiungere ossa calcinate, ma ci sarebbero voluti i progressi della chimica dell’Ottocento per comprendere che le ceneri di ossa contengono dei sali del fosforo e che il fosforo è un elemento necessario alla vegetazione. Il fosforo presente nel terreno viene assorbito attraverso le radici e viene fissato all’interno delle piante e da queste viene trasferito agli animali che incorporano il fosforo al proprio interno sia come fosforo organico che come fosforo inorganico, ovvero come fosfato di calcio. Solo molto più tardi sarebbe stato compreso il ruolo del fosforo come elemento necessario negli enzimi, importante ai fini dei fenomeni ossido-riduttivi della vita, cioè ai fini della vita stessa. Per millenni il ciclo del fosforo è andato avanti sostanzialmente chiuso, senza bisogno di apporto di fosfati al terreno. Infatti, il fosforo che i vegetali portano via al terreno, ritorna al terreno sottoforma di spoglie vegetali; quello assorbito dagli animali che si nutrono di alimenti vegetali torna al terreno sottoforma di escrementi e spoglie animali. Il fosforo circola prevalentemente sottoforma di fosfati; esistono almeno tre fosfati di calcio con differenti rapporti tra fosforo e calcio e solo alcuni di questi, quelli solubili nelle soluzioni circolanti nel terreno, sono assimilabili dai vegetali. Il prodotto iniziale e quello finale del ciclo è il fosfato tricalcico Ca3(PO4)2, praticamente insolubile in acqua; per reazione con acidi il fosfato tricalcico si trasforma in fosfato bicalcico CaHPO4, poco solubile in acqua, e in fosfato monocalcico Ca(H2PO4)2, più solubile in acqua. E’ in queste due forme solubili che il fosforo viene assorbito, attraverso le radici, dai vegetali. Questa materia prima dal notevole valore tecnologico favorisce la biostimolazione di importanti processi fisiologici quali, per esempio, l’emissione di radici avventizie nel mais.
  • Industria zootecnica, come componente dei mangimi (feed additive). Per le sue caratteristiche di finezza e di ottimale rapporto calcio/fosforo, il fosfato bicalcico è prontamente assimilabile ed ottimamente bilanciato. L’ottima solubilità del prodotto, unita al basso contenuto di sostanze indesiderabili rendono il fosfato bicalcico un eccellente integratore minerale, fonte di fosforo e calcio disponibili per le esigenze nutritive di tutte le specie animali. Questo in particolare per gli animali in sviluppo per agevolarne la formazione ossea, per gli animali in lattazione e gravidanza, per le galline ovaiole in deposizione, per gli uccelli nel periodo della cova. Inoltre è stato osservato che il bestiame bovino allevato in aziende dove i foraggi sono poveri di fosforo dà incrementi di peso più bassi della norma e le vacche producono fino a 1000 kg in meno di latte all’anno. Il fosfato bicalcico può essere mescolato ai comuni mangimi o alle miscele senza che gli animali ne avvertano la presenza; oppure può essere somministrato direttamente agli animali stessi. Può essere usato da solo per integrare le razioni del bestiame oppure può essere associato ad altri sali, soprattutto carbonato di calcio e cloruro di sodio. E’ comunemente consigliato somministrare il fosfato bicalcico agli animali miscelandolo ai comuni foraggi, mangimi o alimenti concentrati nelle seguenti dosi per 100 kg: bovini 1-2 kg; pollame 1-3 kg; suini 2 kg; galline ovaiole 2-4 kg; altri animali 1-3 kg.